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Il progetto “Da obbligo a risorsa” del Gruppo Hera

25 Giugno 2013 – 

Cristina Mirti (c.mirti@libero.it)pennino di stilografica

Articolo tratto dalla tesi di laurea – La valorizzazione dei disabili in azienda: dall’inserimento lavorativo all’integrazione. Il caso del progetto “Da obbligo a risorsa” del Gruppo Hera.

A partire dal 2008 ad oggi sono state introdotte e attuate all’interno del Gruppo Hera le “Linee Guida per l’inserimento delle persone disabili in azienda: da obbligo a risorsa”, il programma promosso dalla Fondazione ASPHI con scopo di migliorare l’integrazione lavorativa dei disabili.

In generale, il programma di Linee Guida è composto da una serie di azioni (quali la “mappatura” del personale disabile presente all’interno della realtà aziendale, il coinvolgimento dell’alta direzione, la sensibilizzazione dei manager, le attività di formazione, la valutazione dell’adeguatezza delle tecnologie utilizzate dai lavoratori disabili e degli ambienti lavorativi) che ogni realtà aziendale aderente fa proprie, dal momento che queste linee rappresentano una metodologia, ma la capacità di ascoltare le esigenze dei disabili e poi di concretizzarle in azioni pratiche dipende dalle diverse realtà organizzative.

Interviste a Marina Vriz (Fondazione ASPHI) e a Gabriele Magli (Gruppo Hera)

Marina Vriz di Fondazione ASPHIIl progetto Doar e l’integrazione lavorativa. L’idea di integrare le persone nel mondo del lavoro era già dalla nascita di ASPHI estremamente importante. Aiutiamo le aziende a valorizzare i disabili che sono presenti nelle aziende attraverso il programma “Linee guida per l’integrazione dei disabili in azienda”. Io credo che il problema più difficile da risolvere sia quello della sensibilizzazione delle persone che devono accogliere una persona disabile. Noi infatti, all’interno del programma Linee Guida, facciamo, tra le altre cose, dei corsi di sensibilizzazione per far capire chi sono le persone disabili, perché molto spesso chi non ha un collega con cui avere direttamente a che fare non sa le potenzialità che le persone sono in grado di avere. Quindi sicuramente il principale problema non è tanto quello di togliere le barriere fisiche, ma tanto quello di togliere le barriere, tra virgolette, psicologiche. Infatti, si pensa che una persona, ad esempio non vedente, certe cose non possa farle, che non le possa fare come le fanno tutti. Finché uno poi alla fine viene a contatto con questa persona e magari scopre che può fare tutto, purché abbia gli ausili giusti e le possibilità giuste.

Un altro problema che troviamo quando inseriamo un disabile in una azienda è l’accessibilità delle applicazioni che le persone devono usare. Questo è un problema abbastanza difficile da risolvere perché va a modificare l’organizzazione aziendale.

Tecnologia e integrazione. La tecnologia è un veicolo fondamentale per lo sviluppo dell’integrazione e della sensibilizzazione. Io per la mia esperienza, per il mio lavoro ho due componenti molto importanti: uno è quello della tecnologia e l’altro è quello del rapporto con i colleghi, perché nessuno, disabile o non, sa fare tutto. Il lavorare in gruppo è fondamentale per star bene e per far star bene l’azienda. Se un individuo per diversi motivi fa fatica a fare delle cose, con la tecnologia questo è reso possibile. La stessa cosa è per chi non è disabile, la differenza è che con la tecnologia lui riesce a rendere la cosa più facile, mentre per chi ha una disabilità la cosa diventa possibile. La tecnologia ha un’importanza enorme.

Obiettivo principale raggiunto dall’azienda attraverso Doar dal 2008 a oggi. Pur avendo sempre seguito il programma che noi proponevamo, Hera l’ha sempre personalizzato, rendendolo unico e specifico per la sua realtà. Il progetto ha fatto sì che si passasse da una accettazione ad una conoscenza. Se tu non la conosci, se tu hai paura della disabilità non riesci a gestirla nel modo più efficiente. La conoscenza dà di per sé l’accettazione.

Gabrile Magli del Gruppo HeraLa realtà del Gruppo Hera

Il progetto parte con la chiara visione dell’obiettivo della piena valorizzazione di persone disabili presenti in azienda, affinché esse possano essere, e sentirsi, produttive al pari dei colleghi non disabili. Si è cercato di trovare strumenti per rimuovere le barriere, i blocchi che possono rendere complicato alle persone disabili sfruttare le potenzialità possedute; in particolare, a questo proposito, abbiamo individuato una procedura per la gestione di percorsi di miglioramento delle mansioni svolte.

Hera è una realtà complessa, siamo più di seimila dipendenti, riteniamo che portare sinergia ad un Gruppo così grande su questioni gestionali, in questo caso della disabilità, si possa fare anche e soprattutto attraverso la rottura di pregiudizi.

Superamento dei pregiudizi e delle percezioni fittizie della disabilità. Attraverso alcune operazioni specifiche di sensibilizzazione si è cercato di rompere quella barriera psicologica che spesso circonda il mondo della disabilità. Purtroppo, alle volte si creano barriere sociali artificiose che sono presenti anche all’interno di una realtà aziendale come la nostra, che ha tantissimi strumenti per superare queste barriere. L’esperienza di questi anni ci insegna che l’opera di sensibilizzazione è sempre necessaria, non bisogna mai fermarsi.

Principali risultati ottenuti. Abbiamo ormai già svolto un buon numero di progetti individuali (una trentina nei primi tre anni di progetto), che hanno visto cambi delle attività, a volte delle mansioni, a volte sostituzioni degli strumenti utilizzati, casi di informatizzazione di persone che non si ritenevano idonee ad essere informatizzate, ma che invece con il giusto ausilio e con un percorso di affiancamento (a colleghi che abbiamo chiamato “Focal Point”) siamo riusciti ad inserire e avviare all’interno di progetti molto gratificanti sia per i diretti interessati che per chi lavora con loro. Abbiamo avuto casi di persone che, anche se perfettamente inserite, con piccole osservazioni sono riuscite a lavorare meglio, lo svolgimento del loro ruolo è stato migliorato e reso più ricco di contenuti, sia per quanto riguarda il lavoro in senso stretto sia per il rapporto con i colleghi. Alcuni interventi forse non hanno cambiato la situazione, ma hanno reso più trasparente e da un certo punto di vista controllata la disabilità.

La cultura aziendale parte da tutti, il nostro progetto è una cosa piccola rispetto a un mondo grande quale è oggi il Gruppo Hera. Siamo però convinti che qualcosa sia stato fatto: lo riscontriamo dal ritorno che abbiamo dai colleghi coinvolti nei progetti individuali, dai loro collaboratori, da chi ha svolto il ruolo di Focal Point.


Dall’esperienza positiva dell’introduzione delle Linee Guida all’interno della realtà del Gruppo sembra emergere chiaramente che per valorizzare una risorsa disabile un’organizzazione debba modificarsi, cambiare sia a livello strutturale che culturale e imparare a comunicare sempre di più con la disabilità, dal momento che il lavoratore diversamente abile è da considerare “unico” con le sue capacità. Come è chiaro da entrambe le interviste, l’accettazione della disabilità da parte di chi circonda un lavoratore disabile avviene soprattutto per mezzo della conoscenza, e la tecnologia, favorendo un punto di incontro tra l’organizzazione e il lavoratore, è capace di mettere in sinergia le parti, favorendo un livello di integrazione maggiore.

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