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Il lavoro oggi del collocamento mirato (L. 68/99): dalla persona al contesto, identificando gli “accomodamenti ragionevoli”

500 avro cura di teNonostante le tutele normative e non solo, ci si accorge che la situazione del lavoro per le persone con disabilità è oggi ancora molto critica: pochi gli inserimenti rispetto al numero di iscrizioni, aziende che chiudono, abbandonando spesso anche lavoratori disabili in età lavorativa matura. La Fondazione ASPHI, fin dalla sua nascita nel (1980), si è occupata di individuare nel Mercato del Lavoro Nazionale “nuove figure professionali” del settore dell’ITC che potessero essere ricoperte, con efficacia e soddisfazione dalle persone disabili. Questa attività ha permesso alla Fondazione ASPHI di acquisire competenze sul mondo delle imprese e su molti strumenti tecnologici che facilitano e migliorano il lavoro delle persone con disabilità, come ad esempio ausili e/o tecnologia assistiva di varia natura.

E’ necessario comunque tenere conto quanto l’organizzazione e il lavoro mutano nel tempo, così come variano le disabilità dei soggetti e le tecnologie cui ciascuno necessita per funzionare al meglio delle sue potenzialità … e per riuscire ad incrociare queste tre variabili è necessario si cerchino elementi facilitanti, in grado anche di eliminare le barriere che spesso ostacolano il processo.

Per far questo la Fondazione ASPHI si avvale del Modello descrittivo Bio-Psico-Sociale basato sulla Classificazione ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) proposta nel 2001 dall’OMS che consente di leggere la persona in interazione con l’ambiente e comprendere immediatamente quali siano le interazioni da modificare e migliorare per permettere al lavoratore di svolgere appieno il ruolo richiesto dall’azienda. Per l’azienda si legge invece il fabbisogno professionale e le caratteristiche dell’ambiente di lavoro per individuare adattamenti ragionevoli da realizzare al fine di accogliere la persona con disabilità migliorando la qualità dell’interazione.

L’ICF fotografa lo stato di salute della persona tenendo conto di tutti gli aspetti che definiscono l’essere umano: lo stato fisico, lo stato sensoriale e quello relazionale del soggetto ma in interazione con uno specifico ambiente. Tale modello sostiene, come la definizione di persona con disabilità proposta dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell’ONU, che la persona che si trova in un certo stato di salute incontra una disabilità quando nella sua interazione con l’ambiente non è in grado di svolgere un’attività o riduce la sua partecipazione.

La Convenzione “ragiona” nel medesimo modo: l’accessibilità di tutto per tutti, l’adozione di accomodamenti ragionevoli, il rafforzamento del ruolo delle organizzazioni di rappresentanza ed il mainstreaming della disabilità nel processo globale di sviluppo sono pertanto le priorità su cui essa si fonda.

Tali priorità sono dirette a realizzare principi fondamentali quali la dignità, l’eguaglianza e la non-discriminazione, l’autonomia individuale, la partecipazione e l’inclusione nella società, l’accettazione della disabilità come parte della diversità umana.

Si è aperta quindi una nuova mission per ASPHI: facilitare l’inclusione attiva della persona nel contesto di lavoro, identificando e descrivendo tutti i fattori ambientali che connotano un ambiente di vita principale e/o un ambiente di lavoro per eliminare o ridurre al minimo eventuali barriere affinchè la persona interagisca in quel contesto il meglio possibile.

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